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Case green, Tovaglieri (Lega), direttiva è patrimoniale mascherata, no a ennesima eurofollia

«La sinistra pronta a votare contro gli interessi del proprio Paese»

 

Strasburgo, 13 mar – «Con il pretesto della difesa dell’ambiente le sinistre europee sono riuscite a inventarsi una patrimoniale mascherata sulla casa degli italiani, colpendo il bene rifugio per eccellenza, frutto del lavoro e dei sacrifici di una vita. La direttiva sulle case green porterà alla svalutazione di quello che per molte famiglie è l’unico patrimonio, costringendole a spendere mediamente 35 mila euro per adeguare la casa ai nuovi standard. Un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo, che manderà in tilt il settore delle costruzioni e farà un altro enorme regalo alla Cina, che si arricchirà vendendoci pannelli fotovoltaici. Una norma assurda e totalmente inapplicabile nel nostro Paese, dove il 75 % degli immobili è in una classe energetica inferiore alla D, e per ristrutturare i quali, secondo i costruttori di Ance, servirebbero 630 anni contro i 7 concessi dalla direttiva. Siamo di fronte all’ennesimo capolavoro di autolesionismo europeo, al quale la sinistra italiana si accoda senza un minimo di dignità. Il voto a favore di questo provvedimento è un voto contro il nostro Paese e contro gli italiani, che domani avranno modo di capire chi in Europa si batte per i loro interessi e chi li calpesta. Per noi vale il motto ‘Prima l’Italia’. Noi della Lega ci opporremo a questa eurofollia finché avremo fiato: giù le mani dalle case degli italiani».

 

Così Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega, componente della commissione Industria Energia Ricerca e relatrice ombra del provvedimento, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.

 

«Siamo d’accordo sull’obiettivo di ridurre il contributo degli edifici all’inquinamento – ha commentato l’eurodeputata bustocca –  tuttavia, come è emerso anche dai tavoli di confronto aperti sul territorio per discutere di questa Direttiva, ribadiamo che le tempistiche indicate nel provvedimento non sono sostenibili e che non c’è alcuna chiarezza sulle fonti di finanziamento per affrontare la complessa e gravosa transizione ecologica nel settore edilizio».

 

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