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La Lombardia chiede all’Europa di riaccendere le stufe a legna

L’europarlamentare Tovaglieri presenta un’interrogazione alla Ue per derogare
ai parametri. Pase: «Nel resto del mondo questo tipo di riscaldamento è consigliato»

Nonostante le previsioni del tempo annuncino una “ottobrata” con temperature sopra la media di stagione, l’inverno è alle porte. E con la crisi economica e il caro gas non c’è di che stare allegri. Anzi, è praticamente certo che il riscaldamento delle case rappresenterà una nuova mazzata nei conti delle famiglie lombarde. Per questo la Lega sta portando avanti una battaglia – anche a livello europeo – per poter autorizzare l’uso di camini e stufe a legna e a pellet al fine di scaldarsi a prezzi più contenuti. La cosa dovrebbe essere normale, ma non in Lombardia, che con Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna fa parte del cosiddetto “bacino padano”, un’area geografica che a causa della sua conformazione è da sempre alle prese con un eccesso di inquinamento. E a causa di questo da anni l’uso di stufe e caminetti è in alcuni casi vietato e in altri fortemente limitato. Per derogare da questi divieti non basta la legislatura nazionale e tanto meno quella regionale. Serve l’Europa che, in caso contrario, potrebbe aprire una procedura d’infrazione che si concluderebbe con una mega multa «e così a pagare sarebbero i lombardi», spiega Riccardo Pase, presidente della Commissione Ambiente al Pirellone.

REGOLE SEMPLICI

Il piano che si sta studiando in Regione parte da un assunto molto semplice: ad oggi una persona può accendere il caminetto per “fini ricreativi”, ad esempio per creare atmosfera in una determinata occasione, ma non può farlo per riscaldarsi. Ci sono i parametri da rispettare e guai a non farlo. Così dal Carroccio chiedono che «alla Lombardia venga concesso di slittare di un anno il raggiungimento di questi target. Non sarebbe un problema – prosegue Pase – anche in considerazione del fatto che negli ultimi anni i livelli di inquinamento dell’aria si sono abbassati notevolmente. Allungare di un annoil raggiungimento dei parametri standard sarebbe, da parte dell’Unione Europea, solo una decisione di buonsenso visto il periodo storico che stiamo vivendo». Anche perché le emissioni di queste stufe non incidono sul cambiamento climatico. Anzi «in diverse parti d’Europa il riscaldamento conle biomasse viene considerato un plus da premiare». In Lombardia e nel bacino padano, invece no. Parallelamente Regione Lombardia si è già mossa per chiedere che il governo centrali avanzi la proposta all’Europa e per non lasciare nulla di intentato, anche il gruppo del Carroccio a Bruxelles ha presentato «un’interrogazione alla Commissione europea affinché consenta alle famiglie lombarde di utilizzare i camini a legna per riscaldare le proprie case – spiega l’europarlamentare Isabella Tovaglieri – e per domandare, in via eccezionale, di esentare almeno per l’autunno-inverno 2022-2023 alcune regioni – tra cui la Lombardia, ndr – dai limiti di emissioni indicati nella direttiva del 2008». Limiti che la Regione recepisce ogni anno con una delibera. Quella che riguarda l’autunno inverno ’22/’23 è stata approvata l’11 ottobre 2021e stabilisce le disposizioni per «l’installazione, l’esercizio, la manutenzione, il controllo e l’ispezione degli impianti termici alimentati da biomassa legnosa». Partendo da questo documento, anche in considerazione delle difficoltà dovute al rincaro di gas e carburanti, Regione Lombardia non è stata con le mani in mani e tra un paio di giorni dovrebbe essere presentato un documento contenete le linee guida per l’utilizzo dei caminetti e delle stufe a legna e a pellet, in modo da chiarire bene quando si possono usare e quando invece è vietato farlo. Il tutto in attesa che l’Europa approvi o meno la possibile deroga ai divieti. «Si tratta di una decisione che potrà aiutare i lombardi in difficoltà ad arrivare a fine mese», chiude Riccardo Pase.

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