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Green Deal Europeo, misure utopiche e una beffa per l’Italia

In occasione della seduta plenaria del 15 gennaio, il Parlamento europeo, con il voto contrario della Lega, ha approvato il Green New Deal, la cosiddetta “svolta verde”: un piano da mille miliardi in dieci anni per la riconversione energetica dei Paesi dell’Unione Europea con l’obiettivo, a dir poco utopistico, di azzerare le emissioni inquinanti nel 2050.
Con una risoluzione argomentata, la Lega ha detto no a questa misura di facciata proposta Commissione, che non affronta le vere cause del surriscaldamento globale ma frena lo sviluppo e la competitività delle imprese: saranno infatti colpite soprattutto l’industria energetica, dell’acciaio e quella automobilistica, con inevitabili ripercussioni sull’occupazione. Molte imprese saranno costrette a spostare la produzione fuori dai confini europei, aumentando la recessione e la disoccupazione in un continente già in affanno.
Noi della Lega pensiamo invece che le principali cause del surriscaldamento risiedano nell’economia globale, che distrugge non solo le economie locali ma anche le identità e le specificità culturali dei singoli territori. Per aiutare l’ambiente bisogna quindi puntare su misure concrete e attuabili: sostegno all’impresa locale, alla pesca, all’agricoltura, alle specificità territoriali, con il coinvolgimento delle banche regionali nell’erogazione dei fondi. Al contrario, una larga fetta del Fondo europeo per la transazione energetica andrà alla Germania, mentre a noi toccheranno le briciole: 360 milioni di euro a fronte di un esborso di 900 milioni!

Così come è stato concepito, il Green New Deal non è solo una misura utopica ma anche una gran beffa per l’Italia!

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